Wall Street continua a macinare record sull’onda dalle promesse di Trump mentre i consumi personali, principale motore della crescita economica poiché costituisce circa il 70% del Pil, sono ormai stagnanti da diversi mesi.
La principale motivazione di questo rallentamento è da ricercare nell’elevato livello raggiunto dai debiti privati, che hanno di nuovo superato la soglia precedente lo scoppio dell’ultima crisi finanziaria, ormai quasi un decennio fa.
In particolare, risulta preoccupante l’incremento del debito pro capite delle carte di credito, principale specchietto della situazione finanziaria del consumatore americano, cresciuto del 10% nel 2016 a $16.061 rispetto ai $14.546 di dieci anni fa ed ai $15.762 dello scorso anno, secondo una recente analisi della Federal Reserve di New York. L’ammontare raggiunto, per quanto assai elevato, è ancora al di sotto dei $16.912 raggiunti nel 2008, al culmine della Recessione, e che secondo le stime verranno superati solo nel 2019.
Considerando anche le altre categorie di indebitamento (mutui, prestiti auto e per finanziamento agli studi), il livello raggiunto al picco della Grande Recessione dovrebbe già essere stato superato alla fine del 2016. I mutui sono cresciuti dai $159.020 pro capite nel 2010 ai $172.806 alla fine dello scorso anno, mentre i finanziamenti per l’acquisto di una autovettura sono schizzati da $20.032 a $28.535, sempre negli ultimi sei anni, con una crescita di oltre il 40%.
A livello nazionale, sommando le tre voci (mutui, auto e studio) ed escludendo le carte di credito, il totale del debito privato è salito dagli 11.7 trilioni di dollari del 2010 ai $12.4 del 2016.
E’ evidente che una grossa fetta di americani continui a vivere al di sopra dei propri mezzi e sembra non avere imparato la pesante lezione della Grande Recessione. Secondo la stessa ricerca della Federal Reserve, negli ultimi tredici anni, il reddito medio privato è salito del ventotto per cento molto al di sotto della crescita delle spese che sono anche più che raddoppiate in alcuni casi: affitti, sanità (+57%) ed alimentari (+36%).
Di conseguenza, molti americani hanno difficoltà non solo a risparmiare, ma anche ad onorare parte delle spese mensili e sono costretti a ricorrere a forme diverse di finanziamento.
L’economia mantiene un buon tasso di crescita (1,8%), sebbene molto al di sotto del suo potenziale compreso tra il tre e quattro punti percentuali, ma è incapace di generare un consistente effetto ricchezza sulla grande maggioranza della popolazione, che fatica ad arrivare a fine mese ed utilizza la leva finanziaria per mantenere il proprio tenore di vita invariato.
SINTESI
Il ritorno ad elevati livelli di debito privato pro capite è sicuramente un campanello d’allarme da non sottovalutare, in aggiunta alle diverse chiusure di numerose catene di vendita al dettaglio, totali o parziali, in molte zone del Paese, già da oltre un biennio.
Trump ha riportato entusiasmo tra i consumatori domestici con le sue proposte protezionistiche e di sostegno al mercato del lavoro, ma ci vorrà tempo per vedere i benefici delle nuove politiche applicate.
Nel frattempo, le fasce medie e basse della popolazione continueranno sicuramente ad indebitarsi, generando una nuova bolla creditizia che potrebbe ripetere la deflagrazione del 2008.