La Cina ha venduto in dicembre ben $48 miliardi di Treasurys americani, portando il suo stock di debito pubblico americano da $1316 miliardi a $1269, tornando alla giacenza del marzo 2013. Proprio a dicembre il rendimento del titolo decennale governativo raggiunse il 3%. Non è la prima volta che la seconda economia mondiale si sbarazza dei titoli governativi a stelle e strisce. Lo aveva già fatto pesantemente a dicembre 2011 dove le vendite si avvicinarono ai $100 miliardi, ma anche a giugno ed a ottobre, sempre dello scorso anno, per rappresaglia contro il “tapering” ed il rischio di default degli Stati Uniti. Preoccupata per l’atteggiamento ondivago del governo e della Fed, la banca centrale cinese ha invece incrementato le proprie riserve aurifere. La continua svalutazione del dollaro da parte dell’autorità monetaria statunitense non è infatti gradita da Pechino.
Questo è un segnale però da non sottovalutare. La Cina è il maggior sottoscrittore estero di titoli del debito pubblico americano. Una sorta di sfida ma anche di diminuita fiducia verso l’economia statunitense, regolata da una sempre più confusa Fed, e caratterizzata da una languida ripresa, ormai al quinto anno, ma soggetta a nuovi rischi di rallentamento. La riduzione dell’esposizione in Treasurys da parte del colosso asiatico è preoccupante; se dovesse infatti proseguire anche nei prossimi mesi, gli Stati Uniti avrebbero un nuovo grosso problema sia per finanziare il debito pubblico, che per l’indebolimento del dollaro.
La Cina è infatti il principale creditore del Tesoro americano, detenendo circa il 7% del suo debito pubblico. Un cambio di rotta definitivo di Pechino sarebbe un grosso incubo per Washington. Contemporaneamente alla manovra cinese, la Fed ha infatti iniziato a gennaio il tapering, riducendo di $10 miliardi ogni mese da gennaio gli acquisti di bond governativi e si teme che la minore domanda mondiale di Treasurys possa farne salire i rendimenti.
Anche il Giappone è stato infatti venditore a dicembre, anche se per soli $4 miliardi. Tuttavia, malgrado le vendite di Cina e Giappone nello stesso mese di dicembre, il totale dei Treasurys detenuto dagli stranieri è salito da $5.716 miliardi a $5.794. Chi ha comprato ? Si pensa ovviamente a qualche importante Paese emergente come la Russia o la Cina. Nessuno invece avrebbe mai immaginato che il maggiore compratore fosse stato il Belgio, peraltro già molto attivo da settembre, come segnalato dal grafico.
Il Paese del Benelux ha acquistato quasi $60 miliardi di Treasurys, solo a dicembre. Tale comportamento lascia molto perplessi, in quanto il Belgio ha già uno dei debiti più elevati in Europa rispetto al PIL (105%). Probabilmente la transazione non è per nulla casuale e si tratta di un favore chiesto, in cambio di una contropartita che ancora non conosciamo.
Certo che se così fosse, non sarà facile prostituirsi ogni qual volta la Cina si impunti o faccia qualche capriccio vendendo o smettendo di acquistare i titoli americani. Gli Stati Uniti sono ormai ostaggio del loro debito che è in mano agli stranieri per il 35%, sempre meno convinti della potenza economica del biglietto verde.