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Pinguinoeconomico

SETTIMANA 6-10 GENNAIO 2014

Settimana europea con Borse dei periferici brillanti, spread in calo, Irlanda e Portogallo che ritornano sui mercati dei capitali. Ma anche il dato di venerdì  sulla disoccupazione USA va attentamente analizzato.

MERCATI FINANZIARI: Investitori alla ricerca affannosa di profitti sui mercati che sono rimasti indietro nel 2013. La scorsa settimana Grecia +7,5%, Spagna +4,9% e Portogallo +4,7% per restare agli indici azionari.

L’Irlanda ha emesso il primo “bond” decennale dall’inizio della crisi. Come era prevedibile, in questo momento infinito di folle esuberanza che dimentica qualsiasi rischio, l’emissione ha avuto un successo clamoroso sia in termini di domanda che di rendimento. La prima ha raggiunto quasi 4 volte l’offerta ed il secondo ha di poco superato il 3,5% (3,54%), un vero record dal picco del 14% di quasi due anni fa.

Il Portogallo ha pensato di seguire l’esempio a fine settimana lanciando una obbligazione con scadenza a cinque anni. Le prime reazioni sono state ovviamente molto positive con richieste simili a quella irlandese ed  un rendimento previsto intorno al 5,35%. Questo entusiasmo si è riversato positivamente anche sugli spread italiani e spagnoli con rendimenti scesi al 3,9% ed al 3,85%, quest’ultimo a livello pre-crisi del 2011. Il titolo a cinque anni iberico è addirittura calato al livello record da quando esiste l’euro intorno al 2,4%.

Ovviamente i titoli bancari hanno beneficiato del calo degli spreads trascinando al rialzo i listini azionari.

Tuttavia per ora nulla è cambiato.  L’abbattimento degli spread consente alle banche italiane, e non solo, di diminuire il proprio costo di finanziamento e quindi dovrebbero abbassare il costo del denaro alla clientela e anche aumentare la quantità di denaro prestato. Già altre volte ci siamo però illusi che questo possa accadere, mentre il dato sull’erogazione del credito bancario a novembre è disarmante: -5,9% rispetto allo scorso anno e non lascia spazio a molto ottimismo.

USA: E’ iniziata la nuova stagione delle trimestrali USA, drogata dai “buy bucks” azionari (riacquisto delle proprie azioni da parte delle società quotate) per oltre 500mld nel 2013, praticamente la metà del denaro immesso dalla FED (1 trilione) nel circuito economico. Alcoa (alluminio) e Sears (grande distribuzione) hanno presentato conti molto negativi. Le materie prime sono in calo e le vendite al dettaglio, come hanno confermato quelle natalizie hanno un tasso di crescita in diminuzione rispetto agli incrementi degli anni precedenti.

TASSO DI DISOCCUPAZIONE: il report uscito venerdì è stato un vero shock. Solo +74k nuovi occupati rispetto ai 197k previsti, il livello peggiore di incremento da gennaio 2011 e tasso di disoccupazione che crolla invece al 6,7% dal 7% di novembre e contro il 7,1% previsto. Forza lavoro che cala al 62,8% al minimo dal 1977.  In sintesi i nodi stanno venendo al pettine, l’economia americana sta iniziando a creare pochi posti di lavoro ed il tasso di disoccupazione scende ma per il motivo sbagliato: oltre 500k persone sono uscite dalle liste di disoccupazione a dicembre perché sfiduciate, portando il numero dei non occupati totali a oltre 91 milioni. In aggiunta dei nuovi 74k registrati, 40k (il 55%) sono lavori temporanei. I rimanenti 34k sono il saldo tra oltre +111k di lavori a basso salario (grande distribuzione, personale sanitario) e – 77k di posti di lavoro di professionisti e lavori manageriali.

A questo punto la FED è sempre più in un vicolo cieco. Fermare il tapering come sperano i mercati euforici che anche ieri hanno gradito il dato molto negativo per l’economia o proseguire nel programma di rallentamento evitando di dare continuamente messaggi confusi.

POLITICA MONETARIA: Mercoledì è uscita la relazione del comitato di dicembre della FED nella quale si è discusso di iniziare il Tapering. Sono emerse interessanti  discussioni tra i membri dell’esecutivo seriamente preoccupati per i multipli raggiunti dal mercato azionario e per la possibilità che il programma di stimolo abbia ormai più effetti negativi che positivi sull’economia.

EUROPA: tasso di disoccupazione a novembre confermato al livello record del 12,2% mentre quella italiana vola al 12,7%.

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