Cresce il nervosismo, soprattutto sui mercati finanziari. Nuovi focolai si aggiungono, quasi settimanalmente, alla polveriera geopolitica mondiale. E’ il turno di Hong Kong, nella quale decine di migliaia di studenti chiedono di poter scegliere i propri candidati alle prime elezioni politiche della città-stato, previste per il 2017, e non che siano imposti da Pechino.
Draghi delude i mercati europei che precipitano nella giornata di giovedì, rimandando ulteriori acquisti di titoli di stato governativi.
Scoppia il primo caso di Ebola, negli Stati Uniti, a Dallas nel Texas.
Weekend di importanti elezioni politiche, in particolare in Brasile, ma anche nella vicina Bulgaria, Bosnia-Erzegovina e Lituania.
Movimenti profondi sui mercati valutari e delle materie prime con dollaro, euro, yen, petrolio ed oro, ancora protagonisti, positivi e negativi come vedremo.
MERCATI FINANZIARI: diversi sono i temi, ma la forza del dollaro è il leit-motiv principale anche per questa settimana. La valuta sale per la dodicesima decade consecutiva, evento mai verificatosi da Bretton Woods (1972), colpendo le quotazioni delle principali materie prime che continuano ad indebolirsi. A dare gas al biglietto verde, non solo i deludenti risultati sull’inflazione europea, ma in particolare la decisione della BCE di non impegnarsi in nuovi ulteriori stimoli monetari.
Sui mercati azionari, l’indice delle aziende a minore capitalizzazione americano, il Russel 2000 ha chiuso la quinta settimana consecutiva al ribasso, la peggiore striscia da agosto 2011 ed è vicino al -10% di calo dai massimi assoluti, livello considerato come l’inizio di una correzione tecnica.
Male anche l’indice azionario giapponese che ha perso circa 1.000 punti e anche la Borsa di Milano che nella giornata di giovedì, dopo il nulla di fatto della BCE, ha lasciato sul terreno il -4%.
Meno tensione invece sul mercato obbiligazionario. Un lieve “flight to quality” europeo si è registrato sui titoli dei Paesi “core” con salita dei prezzi e discesa dei rendimenti, mentre i periferici si sono difesi da qualche tentativo di alleggerimento delle posizioni. Negli USA, invece i rendimenti sono scesi dal 2,5% fino al 2,4%, per poi risalire al 2,48%, dopo il “favorevole” dato sull’occupazione di settembre.
MERCATI EMERGENTI: in difficoltà diverse valute emergenti. Il real brasiliano cade del -1,4% contro il dollaro ai minimi post crisi 2008. Stesso copione anche per la lira turca che ha ripreso a deprezzarsi da settimane.
ARGENTINA: crolla il mercato azionario che perde il -16% in due sedute, in seguito alle dimissioni del presidente della banca centrale. Quest’ultimo era favorevole ad una politica di contenimento dell’inflazione, ormai fuori controllo al 40% annuo, mentre il ministro delle finanze spinge per una politica fiscale espansiva, molto pericolosa per le casse dello stato, già depauperate e con riserve valutarie ai minimi storici. Intanto il dollaro vola sul mercato nero al minimo storico di 15.65 pesos, rispetto agli 8.1 del cambio ufficiale.
BRASILE: crescita rivista ancora sensibilmente al ribasso al +0,7% dal +1,6% precedenti e rispetto al +2,2% di inizio anno. Domenica 5 ci sarà il primo turno delle elezioni presidenziali. La Rousseff, presidente uscente, ha riconquistato la leadership nei sondaggi, in questa settimana, provocando il crollo della Borsa di San Paolo (-5%) nella seduta di lunedì.Il mercato teme che, altri 4 anni con la seguace di Lula, porterebbero ad un aumento del deficit e ad un abbassamento del rating sul debito sovrano del Paese. Si temono inoltre altri interventi per contenere l’inflazione che inciderebbero negativamente sulla crescita del Paese, già in recessione tecnica nel primo semestre dell’anno.
INDONESIA: in agosto le esportazioni sono cresciute del +2,4%, rispetto a luglio, e del +10,6% rispetto al 2013, il maggior incremento dall’ottobre 2011 ed oltre la stima del +8,7%. Tuttavia, nel mese, è stato registrato un deficit commerciale e per la quarta volta nel corso dell’anno, a causa dell’incremnto delle importazioni del +13,69% sull’anno e del 5,1% mensile.
TURCHIA: il rendimento del titolo governativo decennale ha superato il 10%, per la prima volta da aprile, mentre la lira turca scende al livello minimo contro dollaro del 3 febbraio scorso.
UCRAINA/RUSSIA: 24 morti e diversi feriti tra le forze governative ucraine nella giornata di martedì, sicuramente la più sanguinosa dalla firma della tregua il 5 settembre scorso. La Russia ha già tagliato di un -15% le forniture di gas all’Ucraina ed ai Paesi europei. Mosca sta preparando il congelamento di assets stranieri e sta elaborando un piano economico di emergenza, necessario a causa della caduta del prezzo del petrolio, sprofondato a $88 dollari con previsioni di ulterioe discesa fino a $60-70, un evento drammatico per tutti i produttori di greggio.
EUROPA: l’indice economico dell’eurozona scende a 99.9 in settembre dai 100.6 di agosto. L’indice di fiducia del business scende a 0,07 a settembre dai 0.16 di agosto. L’indice di fiducia dei consumatori a settembre scende a -14, dai -10 di agosto.
GERMANIA: gli occupati tedeschi crescono di 95,7k nel trimestre e di +25k rispetto al mese precedente. Il tasso di disoccupazione rimane però invariato al 6,7%. L’indice Pmi manifatturiero scende a settembre al livello degli ultimi 15 mesi, a 49.9 dai 51,4 di agosto. Si tratta della prima discesa sotto i 50 in 16 mesi.
FRANCIA: L’Insee, l’ufficio di statistica nazionale della Francia, ha rivisto al ribasso la stima di crescita per l’anno in corso, portandola allo 0,4% contro il +0,7% precedente.
IRLANDA:il rapporto debito/Pil è schizzato al 130% a fine 2013, dal 25% del 2008. Il Paese sta annegando nei debiti per aver salvato le tre principali banche insolventi, malgrado tutti incensino i segnali di ripresa. L’indice dell’attività di business sale a 62.5, il livello più elevato dal 2006.
BELGIO: il tasso di inflazione è diventato negativo per la prima volta in cinque anni.
ITALIA:il tasso di disoccupazione italiano nel mese di agosto scende al 12,3% dal 12,6% di luglio. Lo rende noto Istat.
Il tasso di disoccupazione nella fascia di età 15-24 anni, ovvero l’incidenza dei giovani disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, si attesta al 44,2% rispetto al 43,2% di luglio. Si tratta del valore più alto sia dall’inizio delle serie storiche mensili (2004), che dall’inizio di quelle trimestrali (primo trimestre 1977).
SPAGNA: Si mantiene in territorio negativo l’inflazione in Spagna. A settembre, secondo la lettura preliminare diffusa dall’INE, l’indice dei prezzi al consumo segna un calo dello 0,2% annuo dal -0,5% precedente. L’inflazione risulta in calo dello 0,3% a/a.
L’indice Pmi servizi cala a settembre a 55.8 dai 58.1 di agosto, mentre il tasso di disoccupazione scende al 24,4%, in calo di un punto percentuale rispetto al 2013.
GRECIA: l’incapacità delle società greche di ripagare i propri debiti alle banche e allo stato è chiaramente un freno alla ripresa economica. E’ necessario un accordo tra le parti per trovare una soluzione. Gli interessi sul debito pubblico greco raggiungeranno nei prossimi cinque anni il 4,9% del Pil. L’indice del sentimento economico scende a settembre per il terzo mese consecutivo a 99.3 dal 102 di agosto e dal picco di 104.1 di giugno. Il tasso di interesse sul decennale sale al 6,7%, livello più elevato da metà maggio per poi scendere a 6,45% a fine settimana.
La percentuale di popolazione soto la soglia di povertà continua a crescere (grafico), malgrado la sbandierata ripresa economica.
ROMANIA: la banca centrale taglia i tassi di interesse di 25bps al 3%.
GRAN BRETAGNA: malgrado il Paese abbia un tasso di crescita superiore al 3%, le regioni centrali sono tra le più povere del centro-nord Europa.
Il credito al consumo cresce del +6% a conferma che la spesa è finanziata dal debito.
L’indice PMI manifatturiero scende a sorpresa al minimo da 17 mesi.
SVIZZERA: l’indice PMi manifatturiero scende a 50.4 dai 52 previsti, minimo da 17 mesi.
USA: malgrado la seconda più bassa crescita dei redditi del 2014, le spese personali (+0,5% su mese) continuano a salire trainate dai debiti auto. La fiducia dei consumatori scende a settembre al minimo da quattro mesi ad 86 dai 93.4 di agosto, massimo da ottobre 2007. Disoccupazione scende a settembre al 5,9% dal 6,1% di agosto. Si tratta però di un dato molto deludente, in quanto la forza lavoro scende al 62,7%, minimo dal 1978 e ben 92,6mln di americani non lavorano. Infine ci sono ben 230k nuovi occupati tra gli over 55 e la gran parte dei nuovi posti di lavoro sono sempre in settori a salari molto modesti.
ASIA: la produzione industriale coreana crolla ai livelli del 2008, mentre le spese private dei consumatori giapponesi si inabissano del -4,7% sull’anno precedente e l’indice cinese PMi manifatturiero disattende le previsioni per l’11esimo mese consecutivo, scendendo a 50.2. GIAPPONE: la pesante e veloce svalutazione dello yen sta mettendo in grossa difficoltà il consumatore giapponese, erodendo il potere di acquisto.
CINA: gli utili delle società industriali sono scesi il mese precedente per la prima volta in due anni, confermando il declino della seconda potenza economica mondiale. Le vendite di terreni edificabili sono precipitate nel terzo trimestre del -50%.
MATERIE PRIME: L’Arabia Saudita ha le spalle abbastanza forti per sopportare un’ulteriore caduta delle quotazioni del greggio. Ma altri Paesi stanno già tremando, a cominciare dalla Russia, dove la banca centrale sta già approntando un contingency plan per un’eventuale caduta del barile a 60 $, evento che sarebbe devastante per la sua economia. Qualche analista ipotizza che sia proprio Mosca il bersaglio principale di una strategia che Riyadh potrebbe aver concordato con gli Stati Uniti. Ma se il petrolio dovesse restare per un periodo prolungato a 60-70 $/barile sarebbero guai seri anche per molte società petrolifere americane, soprattutto quelle attive nello shale oil o in altre attività costose come quelle offshore.
Sarebbe inoltre una tragedia per il Venezuela, già vicino al default, e per molti Paesi produttori di petrolio del Medio Oriente e dell’Africa, che per sostenere i bilanci statali in molti casi hanno bisogno di quotazioni superiori a 100 dollari al barile.
Oro ancora in caduta libera che sfonda al ribasso quota $1.200, mentre anche il rame si appoggia al supporto a $3 (3,01)
BANCHE: Visco (Banca d’Italia) “l’Europa ha sbagliato nel 2010 ed ora i banchieri centrali pensino al benessere della gente e non ai parametri”. Parole sorprendenti da parte di un banchiere centrale.
VALUTE: tutte le principali divise sono in difficoltà verso lo strapotere del dollaro americano. Lo yen si avvicina a 110, mentre l’euro scende a 1,252, minimo da due anni, da 1,27 della scorsa settimana. Le valute emergenti si stano svalutando troppo velocemente ed importano inflazione.
SINTESI: elezioni politiche, tensioni in diversi Paesi, Ebola che continua a diffondersi ed arriva negli USA, ma anche mercati finanziari, valutari e delle materie prime sulle montagne russe.
Il contesto mondiale è sempre più deteriorato. La Fed e la BCE non sembrano in grado di rivitalizzare l’anemica crescita economica. Le valute stanno apprezzandosi o svalutandosi con velocità incontrollata. L’Europa è in grande difficoltà, con Francia ed Italia che si sfilano dai parametri di Maastricht e criticano l’austerità tedesca. Questa nuova lotta intestina, ormai troppo in ritardo, non porterà nulla di buono.
Francia ed Italia sono i due grandi malati europei e allargando le maglie della spesa non risolveranno i loro problemi cronici e strutturali.