Cala al minimo degli undici mesi il saldo negativo della bilancia commerciale, in seguito ad un’imprevista discesa, ben oltre le attese, delle esportazioni, scese, a febbraio, del 25,4% nei confronti dell’anno precedente, quasi il doppio rispetto al -14,5% stimato dagli analisti.
Nulla di entusiasmante anche sul lato delle importazioni che si inabissano del 13,8%, per il sedicesimo mese consecutivo, la più lunga striscia negativa di sempre, superiore anche alla crisi mondiale del 2009.
Sorprende che la recente svalutazione dello yuan non sia stata in grado di agevolare la ripresa delle esportazioni, mentre la continua debolezza delle importazioni conferma i timori per la tenuta della domanda interna, necessaria per rendere l’economia cinese meno dipendente dal commercio internazionale, come nelle ultime due decadi.
Il numero è falsato dalla festività del Capodanno lunare? Anche nel 2015 la settimana è caduta nello stesso mese, anche se la settimana successiva. Tuttavia, abituati da anni a convivere con questa anomalia, gli analisti prendono sempre in considerazione anche i dati complessivi del primo bimestre. Nel periodo considerato, le esportazioni sono comunque scese del -13,1% rispetto al 2015.
La Borsa di Shanghai ha reagito questa mattina dopo la pubblicazione, inizialmente, in modo piuttosto negativo accusando un ribasso del 3%, il primo in sei sedute dalla riunione del G20 (28 febbraio), recuperando poi tutte le perdite in chiusura (+0,1%).
Solo nelle prossime ore, sapremo se il “miracolo” è frutto dell’ennesimo intervento governativo di sostegno al mercato.