Thursday 21st November 2024,
Pinguinoeconomico

NEWSLETTER 15 – 21 SETTEMBRE 2014

L’OECD (Organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo) taglia, in modo significativo, le stime della crescita mondiale dichiarando che la prolungata debolezza della ripresa dimostra la necessità di cambiamenti strutturali nelle politiche economiche. La riduzione delle previsioni riguarda tutti i principali Paesi mondiali e prevede ulteriori deterioramenti anche nel 2015, a causa dei forti focolai di tensione politici in Ucraina, Medio-Oriente, Africa e dei crescenti movimenti indipendentisti europei (Scozia, Spagna, Belgio ed Italia). Inoltre, l’organismo sovranazionale avverte che il cambiamento di rotta sui tassi di interesse, previsto da parte della Federal Reserve e della Bank of England, già dalla prossima primavera, creerà instabilità sui mercati dei cambi e più in generale sui quelli finanziari.

Ma l’OECD conferma che, ancora una volta, il malato cronico è l’Europa che rappresenta la principale minaccia per la crescita mondiale  con una deflazione crescente, domanda e consumi fiacchi, disoccupazione sempre a livelli intollerabili.

Tornando ai numeri, l’organismo internazionale prevede una crescita per gli USA del +2,1% , per il corrente anno, rispetto al +2,6% dello scorso maggio, mentre si aspetta per l’Eurozona un +0,8%, contro il +1,2% precedente. Parte di questa revisione europea è imputabile all’Italia che arretra al -0,4% da +0,5%.

L’OECD taglia inoltre le previsioni per il 2015 anche per i Paesi del G7, ad eccezione del Canada che rimane invariato e della Gran Bretagna, prevista in leggera crescita al +3,1%, sostenendo che la ripresa mondiale è stata inadeguata per tutti questi anni, mentre la potenziale crescita è diminuita e le diseguaglianze sono cresciute. Tuttavia gli squilibri esterni sono rimasti e la minaccie alla stabilità finanziaria sono ancora ben presenti.

Tra i Paesi emergenti l’OECD ha lasciato invariate le stime di crescita della Cina, innalzato quelle per l’India e tagliato le previsioni del Brasile.

“Il continuo fallimento delle economie mondiali nel generare crescita sottolinea l’urgenza di ambiziosi sforzi strutturali di riforma” conclude sempre l’OECD a margine del suo rapporto trimestrale.

MERCATI FINANZIARI:  non poteva trascorrere una seconda settimana consecutiva senza nuovi record per gli indici della Borsa americana. Dow Jones e S&P500 hanno guadagnato oltre l’1%, trascinati dalle dichiarazioni attendiste della Fed sul prossimo rialzo dei tassi e sull’esito favorevole, per i mercati, del referendum secessionista scozzese con la vittoria degli unionisti che mantiene lo status-quo precedente. Lo scampato pericolo sull’imminente rialzo dei tassi americani e sulla Scozia hanno messo le ali anche a molti mercati europei, con Francia e Gran Bretagna ai massimi da sei anni e mezzo. In Asia, anche il Giappone è spinto dalla precipitosa svalutazione dello yen e l’indice Nikkey vola oltre i 16.000 punti, ai massimi dal 2007.

Sul mercato obbligazionario il TBOND americano sale fino al 2,62%, nella convinzione che, ormai, con una velocità ancora da definire, i tassi di interesse saliranno già nei prossimi mesi.

In Europa, si impennano a metà settimana i rendimenti del BONOS spagnolo che sale fino al 2,35% per i timori sulla secessione della Catalogna.

Grossi movimenti anche sulle valute e sulle materie prime che saranno trattati nelle specifiche rubriche.

MERCATI EMERGENTI: settimana più tranquilla, grazie alla tenuta della tregua nella Ucraina orientale.

ARGENTINA: secondo un rapporto della Banca Mondiale sull’America Latina per il quadriennio 2015-2018, il tasso di povertà, inteso come un reddito giornaliero percepito inferiore ai $10, potrebbe crescere fino al 40%, dall’attuale 11%. I numeri sull’andamento economico del Paese sono del tutto sconosciuti, ma si stima che l’inflazione abbia superato il 40% su base annua, mentre il peso ha superato anche i 14$ al cambio nero, contro gli $8 di quello ufficiale.

TURCHIA: il Paese rischia il collasso della prima banca in oltre un decennio, la Bank Asya, che  sta cercando $102 milioni di capitali freschi, in seguito alla perdita di depositi e di contratti con il governo. Dietro la solvibilità della banca si nasconde anche una faida politica tra il premier Erdogan ed i suoi detrattori che lo accusarono di corruzione lo scorso dicembre.

SUD AFRICA: il rand sudafricano crolla ai minimi da 7 mesi, dopo le dimissioni della governatore della banca centrale.

news 15 - 21 settembre 2014 ZAR-USD

 

UCRAINA/RUSSIA:  il deflusso dei capitali dalla Russia è accelerato nel terzo trimestre rispetto al secondo.

La grivnia, la divisa ucraina, collassa e perde il -7% nella giornata di mercoledì in seguito alla revisione al ribasso del Pil al -9% per l’anno in corso, dal -7% precedente.

Proseguono le trattative di per una tregua ancora più stabile a Minsk in Bielorussia, tra le due parti. Un nuovo accordo è stato raggiunto il 19, ma non c’è molta volontà di rispettarlo. Un deposito di munizioni è esploso domenica 21, tra reciproche accuse. L’intesa prevede, maggiore autonomia, ma non l’indipendenza richiesta dai ribelli filo-sovietici.

Il Ministro delle finanze russe, in ritorsione alle sanzioni economiche, ha comunicato che il Paese investirà in obbligazioni dei mercati emergenti, abbandonando l’acquisto dei titoli del Tesoro americano, in dollari.

EUROPA

FRANCIA: l’economia transalpina è riuscita ad evitare il probabile downgrade di Moody’s sul debito pubblico. Sarkozy è sceso in campo per ricandidarsi alla guida del partito e all’Eliseo, tra l’ostilità dei membri del suo stesso partito, mentre il gradimento dell’atttuale Presidente Hollande crolla al 13%.

IRLANDA: il ministro delle Finanze irlandese ha rivisto al rialzo le stime di crescita del 2014, per la seconda volta in una settimana, dopo che l’economia è risultata in espansione del 7,7% annuo nel secondo trimestre. Michael Noonan la scorsa settimana aveva sostenuto che il governo prevedeva una crescita leggermente superiore al 3% per quest’anno, rispetto a una stima precedente del 2,1%, alla luce della recente serie di indicatori economici positivi. Il Pil si attesterà intorno al 4,5% per il 2014 ed a qualche cosa di meno per l’anno prossimo, mentre il deficit per l’anno in corso sarà inferiore all’obiettivo, a circa il 3,5% del Pil.

SLOVACCHIA: il ministro delle finanze ha abbassato le stime di crescita per il 2014 al 2.6%, dal precedente 3%, a causa dell’impatto della crisi ucraina. La Russia ha infatti già tagliato al Paese, profondo sostenitore della UE e delle sanzioni,  le forniture di gas dal 100 all’81%.

ITALIA: PIL -0,4% nel 2014, -0,1% nel 2015, le nuove previsioni dell’OECD, confermate purtroppo anche da Confindustria. Il grafico sottostante dimostra che, solo la Grecia, ha perso più punti di Pil rispetto al nostro Paese, dall’inizio della Grande Recessione.

news 15 - 21 settembre 2014 GDP PIIGS

SPAGNA: tra  gli innumerevoli problemi dell’economia spagnola, cè’ anche l’elevato numero degli abbandoni scolastici: il 45% degli studenti lascia gli studi all’età di 16 anni.

GRECIA:  l’occupazione sale solo del +0,1% nel secondo trimestre del 2014, rispetto al 2013. Un dato deludente, considerato che già da maggio è iniziata la stagione turistica con buone percentuali di incremento sull’anno precedente.

Un’altra evidente conferma della persistente e  profonda crisi ellenica è il grafico sottostante che evidenzia il numero di auto Porsche (usate e nuove) vendute nel Paese da inizio millennio. Dal picco del 2007 con oltre 1.100 vetture immatricolate, le vendite sono crollate a 20 nel 2013, di cui solo 8 nuove.

news 15 - 21 settembre 2014 GREECE

DANIMARCA: il ministro dell’economia ha comunicato che i target economici (crescita e deficit) del 2014 non saranno raggiunti.

GRAN BRETAGNA: il grafico evidenzia l’insostenibilità della bolla immobiliare: all’incremento parabolico dei prezzi non ha fatto seguito uno speculare rialzo dei salari.  

news 15 - 21 settembre 2014 UK HOUSE PRICE

CANADA: il tasso di inflazione sale ad agosto al 2,1% dal 1,7% del mese precedente.

USA: la produzione industriale cala del -0,1% ad agosto, rispetto alle previsioni di crescita del +0,3%, il peggior dato dallo scorso gennaio quando la causa principale fu il maltempo. La produzione di auto crolla a livello del maggio 2009 con un calo del -7,6%, dopo aver registrato a luglio il miglior mese dal 2008 (+9,3%). L’indice dei prezzi al consumo sale di un modesto +0,1% ad agosto, seguendo il dato invariato dei prezzi alla produzione, a causa del calo delle tariffe energetiche (-2,6%).

Negativo il dato sui nuovi cantieri immobiliari che scendono del -14,4% ad agosto, rispetto a luglio e delle nuove concessioni di costruzioni che calano del  -5.2%.

Il rendimento del titolo governativo decennale sale al livello più elevato dal maggio 2011.

+35% nel primo giorno di quotazione della società cino-.americana ALIBABA che supera per patrimonializzazione JPMorgan e si avvcina a Walmart.

ASIA

GIAPPONE: il governo annuncia che è stato raggiunto il numero record del 25.9% della popolazione, oltre i 65 anni.

Toshiba, uno dei più grandi produttori di elettronica del Paese, ha comunicato che licenzierà 900 persone. Sony dichiara invece una perdita record di 2,3 miliardi di dollari ed il mancato pagamento del dividendo, prima volta nella quasi secolare storia.

I bond governativi giapponesi in circolazione hanno superato a fine giugno per la prima volta la soglia record del milione di miliardi di yen: l’importo esatto è di 1.013.000 miliardi di yen, pari a circa 9.300 miliardi di dollari, con un aumento del 4,5% rispetto a un anno prima.

Al G20, il ministro dell’economia nipponico dichiara che la svalutazione dello yen, nelle due ultime settimane, è stata eccessiva. Il collasso dell’Abenomics ?

CINA: prosegue la preoccupante discesa dei prezzi immobiliari, in diverse città, senza sosta già da alcuni mesi. La Banca Centrale ha varato nuove misure di stimolo con fondi alle prime cinque banche del Paese per $82 miliardi, poiché il Pil crescerà probabilmente meno del 7,5% previsto (dato inoltre ampiamente manipolato…!!).

MATERIE PRIME:

 news 15 - 21 settembre 2014 COMMODITIES

L’indice delle materie prime crolla ai minimi da 4 anni. Scendono in particolare ferro, rame e petrolio per la debolezza della domanda cinese.

Oro che si appoggia al supporto tecnico a $1.220, ai minimi da 7 anni, seguito dall’argento poco sopra ai 18 dollari.

Prosegue la discesa del prezzo del petrolio americano (WTI) che scivola anche sotto i $92, dopo aver rimbalzato giovedì fino a $95,5, grazie alla Fed ed all’esito positivo del referendum scozzese.

BANCHE: le banche europee hanno chiesto 82 miliardi alla prima asta Tltro (dato deludente), confermando che nel vecchio continente vi è una crisi della domanda di credito e che il rischio di default su nuovi prestiti è superiore alla remunerazione prevista.

Solo 255 banche hanno richiesto i fondi, contro 523 del LTRO nel dicembre 2011 e 800 del febbraio 2012.

VALUTE: euro che scende fino a 1,284, mentre vola invece la sterlina britannica sulla conferma dell’unità politica, post referendum. Crolla lo yen oltre fino a 109 contro dollaro, dai 107,5 della scorsa settimana e dai 103 di inizio mese.

SINTESI: è stata la settimana del vero flop delle banche centrali, aggiunto allo scampato pericolo della secessione scozzese. Draghi sarà impallidito dopo l’esito deludente della prima tranche di credito alle banche europee, mentre la Yellen ha dichiarato che cercherà di mantenere i tassi a zero ancora a lungo, ma non ha garantito per quanto tempo. La Scozia rimane invece unita, ma per volontà di vecchi ed anziani, mentre i giovani continueranno a volere l’indipendenza. Anche i tassi si alzeranno ed i mercati crolleranno. E’ un percorso noto, già scritto, ma che molti analisti si rifiutano di dichiarare. Un’altra settimana di euforia è passata, ma la sbornia quando l’alcool finirà sarà molto pesante da smaltire..

 

Like this Article? Share it!

About The Author

Leave A Response