Dopo un lungo letargo pluriennale, i due più noti metalli preziosi – oro ed argento – si sono risvegliati da inizio anno e la loro marcia lascia ben sperare per un rally di lungo periodo molto soddisfacente.
Trascurati per lunghi anni, i due metalli hanno iniziato un nuovo percorso di rialzo. Oro ed argento non staccano né dividendo né cedola e per tale motivo sono stati meno attraenti per un periodo così esteso, circa otto anni dai precedenti massimi storici.
In aggiunta, la nascita e l’entusiasmo speculativo per le criptomonete, da alcuni individuate anche come bene rifugio, ha tolto ulteriore attrattività ed interesse nei confronti dei due principali metalli preziosi.
L’ARGENTO DA PREFERIRE ALL’ORO
Quando si parla di metalli preziosi si fa sempre riferimento all’oro, il metallo nobile e più noto, e molto meno all’argento, il suo parente povero.
Dopo diversi anni di sotto performance negativa rispetto all’oro, nelle ultime tre settimane l’argento sta recuperando solo una minima parte del terreno perduto con un notevole flusso di denaro arrivato sugli ETF correlati che costringe i gestori all’acquisto del metallo fisico.
Questo sembra essere un cambiamento di atteggiamento fondamentale che potrebbe catalizzare nuovo interesse verso il metallo bianco dopo che il rapporto tra oro ed argento è sceso ai livelli massimi dell’ultimo quarto di secolo ad inizio 2019.
L’andamento delle quotazioni dell’argento riflette molto da vicino quello del metallo più nobile. Tanto più l’oro consolida nuovi rialzi, tanto più l’argento viene di conseguenza acquistato. In questo contesto, qualora il trend positivo del metallo giallo continui a consolidarsi, le opportunità di un ulteriore rivalutazione dell’argento si ampliano significativamente.
L’argento è ormai strutturalmente sotto valutato rispetto all’oro, ma gli investitori hanno cominciato ad accorgersene e iniziano a chiudere il gap che si è ampliato nell’ultimo decennio.
La più elevata volatilità del metallo bianco, sia al rialzo che al ribasso, è una giustificazione solo parziale della sotto performance dell’argento rispetto all’oro. In aggiunta, il mercato dell’argento è molto più contenuto rispetto a quello del metallo più nobile: un trilione di dollari rispetto ai sette dell’oro. Di conseguenza, lo spostamento anche di modesti flussi può provocare oscillazioni significative nella quotazione del metallo bianco.
Questo è quanto accadde nel primo semestre 2016 con l’argento che balzò del 50,2% rispetto al 29,9% dell’oro con un rapporto di leva di 1,7 ancora al di sotto rispetto allo storico 2.
Successivamente, l’oro subì una pesante correzione nel secondo semestre ma finì comunque l’anno con un rialzo del 8,5% rispetto al +15,1% dell’argento con una forbice a favore di quest’ultimo di 1,8 volte.
In generale, quando l’oro comincia ad essere in rally sostenuto è a questo punto che gli investitori iniziano a comprare significativamente anche l’argento. Esiste di conseguenza anche un elemento psicologico.
Al contrario, nel 2017 e 2018, l’oro ha proseguito il suo andamento altalenante appesantito dai continui record dei mercati azionari e l’argento l’ha seguito a ruota l’andamento negativo del metallo più nobile, ma sotto performandolo significativamente. Nel 2017 l’oro è salito del 13,2% e l’argento del 6,4%, meno della metà.
Nel 2018 la forbice è stata ancora più ampia con l’oro che ha perso l’1,6% e l’argento addirittura l’8,6%.
Fortunatamente le vicissitudini dell’argento sembrano cambiate da inizio anno, ma inizialmente solo per un orizzonte temporale molto breve.
Il vero turnaround con la ripresa della sovra performance dell’argento, rispetto all’oro, sembra essere partito, forse in maniera definitiva, dal 19 giugno. Quel giorno l’argento era negativo del 2,1% da inizio anno rispetto ad un bilancio positivo per l’oro del 6,1%.
Da allora l’oro ha superato quota 1.389 dollari l’oncia, massimo da 5,8 anni e nelle cinque settimane successive l’argento ha messo il turbo.
Già l’11 di luglio l’oro avanzava del 3,4% rispetto al primo di gennaio mentre l’argento era ancora in negativo dello 0,3%.
Con l’oro che sta tenendo brillantemente la soglia dei $1.400 l’oncia, il sentiment positivo sui metalli preziosi si è rafforzato con una maggiore attenzione sull’argento che dal 15 di luglio ha sovra performato rispetto al metallo più nobile per otto sedute consecutive.
Nel corso delle due settimane successive, l’argento ha guadagnato il 9,7% rispetto ad un magro 1,3% del metallo più nobile ristabilendo le gerarchie ed attraendo nuovi capitali verso il metallo bianco e salendo anche nelle cinque sedute successive.
Nei ventiquattro giorni di trading, tra giugno e luglio, l’argento è salito del 9,3% rispetto al 4,8% dell’oro ristabilendo la leva di 2 a 1 tra i due metalli.
Malgrado tale performance, la situazione da inizio anno è ancora pesantemente deficitaria: argento +7,1% ed oro +11,1%.
Il livello di $1.445 l’oncia raggiunto dall’oro il 18 luglio è il prezzo più alto da 6,2 anni, mentre il $16.65 dell’argento è il picco solo dal giugno 2018.
L’accelerazione delle ultime due settimane ha ridotto il rapporto tra oro/argento dai minimi storici di 93 punti fino a 86.
Rimangono livelli ancora eccessivamente elevati rispetto allo storico che era intorno a 55 nel picco della crisi finanziaria e di 57 tra il 2009 ed il 2012.
Il livello raggiunto di 93.5 il 5 di luglio è il minimo da 26.8 anni. (ottobre 1992). Il minimo assoluto fu di 100 raggiunto sia nel 1970 che nel febbraio 1991.
Nel novembre 2008 il rapporto crollò a 84.1 per poi dimezzarsi grazie alla sovra performance dell’argento che nei 2,4 anni successivi è salito del 443%.
Il recente bull market dell’oro è datato dicembre 2015 quando il rapporto con l’argento era di 77 punti. Allo stesso livello, a quota 1.400 dollari l’oncia oggi l’argento dovrebbe quotare $18 con un ulteriore upside di oltre il 10% dai livelli attuali.
Qualora il trend bullish dell’oro dovesse proseguire la strada del recupero dell’argento è molto ampia. Se il gap tra i due metalli tornasse allo storico del precedente secolo pari a 55 volte, il prezzo del metallo bianco dovrebbe salire fino a $25,45.
La sintesi delle precedenti considerazioni è che l’argento è talmente sottovalutato rispetto all’oro che ha notevoli potenzialità di crescita per ridurre il gap strutturale nei confronti del metallo più nobile.
Per quanto la progressione dell’argento sia stata impressionante nelle ultime tre settimane, il differenziale è ancora molto elevato e lascia ampi spazi per un ulteriore miglioramento del metallo bianco nei prossimi mesi sia in valore assoluto che rispetto all’oro, tanto più quest’ultimo continuerà la sua corsa e trascinerà di riflesso gli acquisti anche sul metallo meno nobile.