I titoli del settore dei semiconduttori hanno realizzato negli ultimi tre-cinque anni performances incredibili sostenuti da vari fattori, esogeni ed endogeni.
Tra i primi la riduzione della Supply-chain, ovvero della catena produttiva, in seguito alle chiusure per i lockdown pandemici che hanno provocato un “gap” ra domanda e offerta al momento delle riaperture e nei trimestri successivi. Questo fenomeno ha provocato un sensibile aumento dei prezzi che si è aggiunto alla guerra commerciale Usa-Cina con la prima che ha imposto restrizioni all’importazione dei semiconduttori. Infine, la concentrazione della produzione mondiale (70% circa) nell’isola di Taiwan, oggetto di controversie politico-militari tra Usa e Cina, ormai da alcuni anni.
Riguardo ai fattori endogeni, ci sono invece maggiori utilizzi industriali di questi “chip”, ormai diffusi in qualsiasi elettrodomestico e sensore industriale, e l’aspetto speculativo che non può mai mancare in un simile aumento logaritmico dei prezzi dei titoli.
SEMICONDUTTORI – IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Nvidia, la società leader del settore semiconduttori che è arrivata a superare i due miliardi di capitalizzazione rispetto ai solo $100 del 2016, si trova già in “bear market” avendo perso oltre il 20% rispetto ai massimi del mese scorso. Solo nella giornata di venerdì 19 ha ceduto il dieci per cento lasciando sul terreno $200 miliardi, pari alla metà della perdite dei “magnifici 7”. Per la prima volta, da diversi mesi, la società vale meno di due trilioni di dollari.
Super Micro Computer è sprofondata del 23%, portando la sua discesa dai massimi al -45%, ai livelli di sei settimane fa confermando la recente debolezza del settore. In calo nella stessa seduta anche AMD e Broadcom, due leader del settore, anch’essi reduci da una continua batteria di nuovi record storici.
SEMICONDUTTORI – UN SETTORE TROPPO SOPRAVVALUTATO
I cali delle ultime giornate hanno evidenziato l’eccessiva valutazione del settore e la possibilità di ulteriori correzioni, se non crolli, nelle prossime settimane.
La scusa per ulteriori ribassi potrebbe arrivare dalla prossima batteria di trimestrali in uscita tra aprile e maggio per i big del settore ma anche per le società a media/bassa capitalizzazione, anch’esse sopravvalutate.
Vi saranno sicuramente dei rimbalzi, anche corposi, con occasioni per chi ha le coronarie forti per tentare opportunità di trading sfruttando la volatilità del settore, sebbene con rischi molto elevati.