Thursday 21st November 2024,
Pinguinoeconomico

BLACK FRIDAY anche a WALL STREET – IL RALLY DI NATALE è IN PERICOLO ?

L’accelerazione degli indici azionari nella seconda parte dell’anno ed in particolare dalla metà di novembre è ormai una costante degli ultimi dieci anni. Vi sono state alcune eccezioni anche significative, come quella del 2018, che vide il suo picco negativo proprio nella seduta semi festiva della vigilia di Natale con un crollo di tre punti percentuali e che richiese una immediata riunione tra l’allora Ministro del Tesoro ed i principali banchieri del Paese.

Il movimento un po’ a sorpresa della seduta successiva alla festività del Thanksgiving è simile a quello del Natale 2018 e deve far riflettere sulla possibilità che l’ennesimo rally azionario di fine anno si materializzi anche quest’anno.

Fatta questa premessa, analizziamo le motivazioni per una probabile correzione degli indici in queste ultime settimane del 2021.

Le più eclatanti sono le seguenti:

  • Eccessiva valutazione di molti titoli
  • Anticipazione del “Tapering” da parte della Federal Reserve
  • Timori che l’aumento dell’inflazione sia duraturo e non temporaneo
  • Rotazione settoriale dalla tecnologia a settori più “value” e tradizionali
  • Reiterati timori di nuove chiusure invernali per il diffondersi di nuove ondate di contagi

 

Per quanto riguarda il primo aspetto, l’ultima impennata dei listini post estiva si è concentrata ancora sui titoli a larga capitalizzazione, che hanno raggiunto multipli in linea con quelli della bolla speculativa delle dot.com del 2000. Wall Street ha continuato a strappare nei mesi scorsi, ed in particolare in questa prima fase autunnale, realizzando nuovi massimi storici quasi quotidiani.

L’evento si ripete ormai con brevi correzioni da oltre un decennio. Tuttavia, la concentrazione della liquidità su pochi titoli a larga capitalizzazione ed in particolare quasi esclusivamente del settore tecnologico ha raggiunto livelli preoccupanti in termini di sostenibilità futura. Una fase di consolidamento sembra di conseguenza necessaria prima di ripartire per eventuali nuove vette.

Il  Tapering, che consiste nell’esatto contrario del Quantitative Easing, prevede il drenaggio di una parte della liquidità iniettata dalla Federal Reserve nel sistema economico attraverso le Istituzioni finanziarie che hanno contribuito a gonfiare le quotazioni delle principali asset classes: obbligazioni, azioni e settore immobiliare, lasciando invece poche briciole all’economia reale.

Il meccanismo opposto – il Tapering – non piacerà a Wall Street, che potrebbe iniziare o accentuare una correzione questa volta anche più prolungata.

L’eccesso di liquidità permeato dalle Banche Centrali mondiali ha scatenato una forte ripresa della domanda, non sempre sostenuta da una adeguata offerta dei prodotti, che hanno risentito delle prolungate chiusure di molte aziende a causa della pandemia. Il “gap” riscontrato ha provocato un aumento dei prezzi in quasi tutte le categorie merceologiche e di tutte le materie prime, indistintamente. Tale crescita non sembra effimera e si protrarrà almeno per tutto il prossimo biennio, a meno dell’avvento di un’ improbabile recessione.

L’aumento dell’inflazione si rifletterà anche in una successiva crescita dei tassi di interesse nominale. Tale evento penalizzerà, in prospettiva anticipata, le società tecnologiche che sono molto indebitate e che sono state le trascinatrici degli ultimi rialzi, duplicando il proprio valore nell’ultimo biennio.

Ultimo punto della lista la minaccia di nuovi lockdown per il protrarsi di questa crisi sanitaria che sembra infinita. L’arrivo della stagione fredda e l’enunciazione di nuove varianti del virus, più o meno pericolose, sono delle mine vaganti per la serenità del mercato azionario il quale teme nuove ripercussioni negative sul ciclo economico.

 

IL RALLY NATALIZIO

La seduta del Black Friday ha lasciato una traccia negativa che deve essere assorbita velocemente, altrimenti si rischieranno ulteriori discese. Alcuni analisti ed osservatori del mercato vedono una replica del fine d’anno 2018.

 

COSA ACCADRA’ NEL 2022

Anche in presenza di un mese di dicembre negativo è difficile che la Federal Reserve voglia perdere il controllo del mercato azionario e cercherà di intervenire posticipando, rallentando o annullando il Taper in caso di crolli delle quotazioni. E’ uno scenario possibile, ma ancora molto lontano, in quanto Wall Street ha sempre dimostrato di saper recuperare velocemente quei pochi momenti di debolezza evidenziati in un decennio.

In definitiva, i tempi per l’uscita definitiva dell’orso dal letargo sembrano ancora prematuri.

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