Friday 22nd November 2024,
Pinguinoeconomico

USA – L’INESORABILE AVANZATA DELLE VENDITE E-COMMERCE

Nel quarto trimestre del 2018 le vendite E-commerce sono cresciute del 12,1% rispetto al precedente anno, raggiungendo  il nuovo record di 132,8 miliardi di dollari.

Per l’intero 2018, il totale ha superato il mezzo trilione di dollari, esattamente  $513,6 miliardi.

Al contrario, le vendite nei grandi magazzini sono scese, rispetto al picco del 2001, del 37% arrivando a 37,1 miliardi nello scorso trimestre, un minimo storico da quando è iniziata la serie nel 1992.

Per salvarsi da uno simile tsunami, molte catene hanno investito pesantemente per costruire le loro divisioni online ed alcune anche con un buon successo.

Le vendite e-commerce comprendono anche le operazioni online delle grandi catene quali Macy’s, Walmart, e Best Buy, fino ai concorrenti minori di Amazon.

I detrattori delle vendite online sostengono che questo settore contribuisce solo per l’11,2% del totale delle vendite al dettaglio. Tuttavia questo dato è fuorviante ed impreciso, in quanto le vendite E-commerce non competono nelle statistiche americane con diverse categorie del dettaglio, quali le stazioni di carburante, i concessionari di auto nuove ed usate ed i negozi che vendono ortofrutta e bibite.

Queste tre/quattro importanti categorie merceologiche insieme ammontano al 52% delle vendite tradizionali.

Dove si materializza il bagno di sangue  delle vendite “fisiche” rispetto all’online è nei seguenti settori:

  • Grande distribuzione
  • Grandi librerie
  • Negozi di video
  • Negozi di dischi
  • Hardware e hobby
  • Giocattoli
  • Gioielleria ed accessori
  • Sport (attrezzi ed abbigliamento)
  • Elettronica
  • Abbigliamento
  • Scarpe

In queste categorie merceologiche abbiamo assistito negli ultimi anni a fallimenti clamorosi (Toys R Us) o ad importanti cure dimagranti (Sears, Macy’s, J.C. Penney, etc..)

La marcia dell’online non conosce pause e prosegue la sua ascesa inarrestabile. Le vendite tradizionali hanno subito una contrazione durante la Grande Recessione e non sono mai più tornate ai livelli precedenti la crisi.

La convergenza del business tradizionale verso l’online è segnata. Solo coloro che hanno capito l’evoluzione si stanno salvando, bilanciando entrambe le modalità di vendita.

Un esempio eclatante è Nordstrom, la catena di abbigliamento le cui vendite online nel quarto trimestre 2018 hanno raggiunto un terzo di quelle complessive, a discapito ovviamente di quelle fisiche nei suoi punti vendita. Ma è una lotta per la sopravvivenza..!

La chiusura di grandi magazzini è ormai un evento quotidiano negli Stati Uniti ed il 2019 si preannuncia, sotto questo aspetto, ancora più cupo del precedente anno, il peggiore dalla Grande Recessione.

Difficile anche per alcuni business quali negozi di elettronica, librerie e alcune tipologie di abbigliamento tentare di reinventarsi nuovi modelli di vendite, anche attraverso la trasformazione fisica degli spazi fisici (nuovi formati più contenuti ed una qualità innovativa del servizio maggiormente customizzata sul cliente).

Si tratta di una strada comunque obbligata, visto che anche negli Stati Uniti oltre l’85% delle vendite avvengono ancora nei negozi rispetto al 96% in Italia.

Secondo uno studio Bloomberg/CoStar del 2017, nei prossimi anni sarà necessario chiudere oltre il 10 per cento degli spazi retail Usa, convertirli per altri usi o rinegoziarli per affitti più bassi. Dopo poco più di un anno, tale scenario si sta già avverando ed in tempi forse più rapidi delle previsioni, ma gli americani sono abituati a questi situazioni di grandi cambiamenti e sapranno velocemente adattarsi.

 

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