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Pinguinoeconomico

NEWSLETTER (6 – 12 LUGLIO 2015)

Settimana da cardiopalma tra Grecia e Cina. Ancora una volta Governi e Banche Centrali sono dovute intervenire direttamente sui mercati finanziari per evitare un possibile collasso.

Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le previsioni sulla crescita globale al 3,3%, dopo la negativa crescita USA del primo trimestre e la turbolenza economica sopra descritta. La previsione è inferiore al 3,5% di aprile ed al 3,4% dello scorso anno.

Crollano le vendite dei computer nel secondo trimestre: -11,8% sull’anno precedente, rispetto al -6,7% del primo trimestre.

Per finire con “le buone notizie”, Microsoft licenzia altre 7.800 persone dopo i 18.000 dello scorso anno a pochi giorni dal lancio di Windows 10.

La Grecia ed il suo governo, già nel baratro, fanno marcia indietro ed accettano un piano di salvataggio lacrime e sangue da 13 miliardi di eur,o tre in più del precedente che avevano rifiutato. Due settimane di banche chiuse, nel pieno della stagione turistica hanno messo in ginocchio l’economia e convinto anche i più radicali oltranzisti a cedere o ad uscire dall’euro. Le banche sono insolventi ed il controllo dei capitali rimarrà anche nelle prossime settimane, anche con qualsiasi accordo, con altre ripercussioni negative sull’economia. Ma l’accordo è svanito e l’asticella è stata ancora alzata. Ora la Grecia è praticamente fuori dall’euro, come chiedono i tedeschi almeno per cinque anni. Cos’ muore l’euro e forse anche l’Unione Europea.

Il Governo cinese ha vietato le vendite allo scoperto e quelle dei grossi investitori per almeno sei mesi. E’ la dimostrazione che non c’è alcun desiderio di far crollare i mercati, ma la loro manipolazione porterà a breve conseguenze catastrofiche.

MERCATI FINANZIARI: dopo un ennesimo tonfo e cinque sedute consecutive di forti ribassi ed un bilancio di -33% con oltre $3,5 trilioni di dollari evaporati in tre settimane, la Borsa di Shanghai (Cina) rimbalza con un +10% in due sedute, grazie anche alla sospensione del 60% dei titoli a bassa capitalizzazione. Ora la situazione è molto complicata perché le vendite non si fermeranno ed il mercato è in mano ai piccoli risparmiatori per l’85% che subiranno perdite gravissime. Si rischia pertanto una vera rivolta sociale, in quanto si parla di 90 milioni di persone coinvolte.

Le borse europee e americane recuperano nell’ultime due sedute tutte le perdite delle tre precedenti e chiudono sostanzialmente in pareggio.

Sul mercato dei titoli di stato scende lo spread dei periferici europei, in previsione di un accordo con la Grecia, ma anche la scadenza a due anni del titolo ellenico scende dal 50% al 30%..!

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Bund risale leggermente, mentre cala il T-Bond americano scende sotto il 2,3% dal record annuale del 2,47%, la scorsa settimana, ma poi rimbalza violentemente fino a 2,42%.

MERCATI EMERGENTI

TURCHIA: produzione industriale a maggio -2% su mese rispetto al -0,8% previsto (precedente mese invariato). Su anno +2,4%, rispetto al +2,9% previsto ed al +3,9% di aprile.

ARABIA SAUDITA: accordo con la Russia per investire nell’economia di Putin $10 miliardi nei prossimi cinque anni in progetti di agricoltura, medici, logistici.

RUSSIA: l’accordo siglato con gli arabi conferma la volontà di mettere in ginocchio la produzione di shale oil statunitense, già piegata dal crollo delle quotazioni del greggio, Putin, inoltre, sta cercando con successo di rompere la catena europea delle sanzioni e ha siglato un altro accordo con la Cina per $25 miliardi lo scorso maggio.

L’economia sovietica continua a vacillare, proprio a causa delle sanzioni e del ribasso netto e prolungato del prezzo del petrolio. Le vendite di auto sono scese a giugno del -30% rispetto allo scorso anno, ma meglio del -37% atteso…!

news 6 - 12 luglio 2015 - RUSSIA

EUROPA (AREA EURO)

Forti dissapori sono alimentati tra i diversi Paesi, sulla necessità o meno di salvare la Grecia a qualsiasi costo ed evitare una uscita del Paese dall’euro.

GERMANIA: surplus commerciale salito a maggio del +21.1% sull’anno precedente a €99.8 miliardi.

La produzione industriale è invariata a giugno, rispetto a maggio, mentre cresce del +2,1% sul 2014.

FRANCIA: la spesa francese è salita nel 2014 al 57,2% del Pil, in crescita dal 57.0% nel 2013. La produzione industriale sale del +0,4% a giugno su base mensile e del +2,8% su anno.

ITALIA: produzione industriale registra a giugno un incremento congiunturale, vale a dire sul mese precedente, del + 0,9%, mentre il tendenziale (anno su anno) sale del +3%, livello che non si registrava dall’agosto 2011.

Nel maggio di quest’anno, il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro è salito a 934.258, mentre le cessazioni di rapporti di lavoro sono state 749.551: il saldo positivo è, quindi, di 184.707 contratti.
Inoltre, le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato sono state 30.325, con una crescita +43,2% su base annua, rispetto a 21.184 dello stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta, tuttavia, di dati ancora incompleti per dare un giudizio sull’applicazione del jobs act

SPAGNA: cinque anni di austerità, ma la spesa pubblica iberica non si contrae ed il deficit rimane ancora molto elevato come il grafico mostra

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GRECIA: economia in forte contrazione. Le previsioni di crescita sono state riviste dal +0,5% al -3%, a causa delle incertezze per il protarsi delle negoziazioni per il terzo piano di salvataggio e per l’imposizione del controllo dei capitali sui depositi bancari.

I prezzi alla produzione scendono del -2,2% a giugno sull’anno precedente, per il 28esimo mese consecutivo, mentre anche i prezzi delle case scendono del -7,1% sul 2014.

Resta invariato invece ad aprile il tasso di disoccupazione al 25,6%, rispetto al mese precedente, un livello inaccettabile e che tenderà di nuovo a salire nel terzo trimestre a causa della nuova recessione.

Il problema greco riguada l’ammontare eccessivo di debito da restituire, ma non il costo dello stesso, come evidenziato dal grafico, ormai assolutamente accessibile anche per una economia molto debole come quella ellenica.

news 6 - 12 luglio 2015 - GRECIA

CIPRO: prezzi al consumo a giugno in salita del +0,3% rispetto a maggio (precedente +1,1%) e del -2,1% annuo rispetto al -1,7% precedente. Lingua originale: spagnolo; tradotto da Bing Traduzione sbagliata?

news 6 - 12 luglio 2015 - CIPRO

EUROPA (non Euro)

UNGHERIA: a differenza della Grecia e di quasi tutte le principali economie europee, l’economia magiara cresce, riduce il debito ed anche la disoccupazione  (grafico).

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IL debito pubblico è calato dall’82,2% del Pil del 2010 al 76,9% del 2014.

Tutto questo grazie alla possibilità di svalutare il fiorino, rispetto all’euro che ha dato un forte impulso all’economia.

 

NORD AMERICA

CANADA: crollano i nuovi permessi di costruzione a maggio: -14,5% su mese rispetto a -5% previsto (+11,6% nel mese precedente).

STATI UNITI: l’indice Ism servizi non manifatturiero a giugno si colloca a 56 punti, poco al di sopra del livello raggiunto il mese precedente.

Vendite all’ingrosso salgono di un modesto +0,3% a giugno sul mese precedente, deludendo le aspettative per un rialzo del +0,9%, ma crollano del -3,4% sull’anno precedente, il peggior tonfo dai tempi della crisi finanziaria, mentre le scorte salgono del +5% rispetto al 2014. Ciò che, invece, è ancora più preoccupante è l’ascesa del rapporti tra le scorte e le vendite risalito ai livelli dell’ultima recessione.

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ASIA e OCEANIA

GIAPPONE: come previsto l’aumento dell’IVA nel 2014 (da inizio aprile l’imposta è passata dal 5 all’8%) ha portato il Paese in recessione tecnica. Anche nel 2015, l’attività economica è al di sotto dei livelli precedenti l’aumento dell’imposta.

Tuttavia, malgrado il rallentamento economico, l’indice Nikkey della Borsa di Tokyo ha raggiunto il massimo da 15 anni, trascinato dal riacquisto di azioni proprie (buyback) al massimo da sei anni e dagli utili aziendali, anch’essi i più elevati da 30 anni.

Il QE giapponese ha indebolito lo yen, la valuta locale, e gonfiato i profitti delle società esportatrici, evitando un crollo dell’economia simile al 1997, quando fu introdotto il precedente rialzo dell’IVA.

CINA: nel mese di giugno sono stati venduti 1,51 milioni di veicoli, in ribasso del -3,4% rispetto allo scorso anno. In maggio c’era stata, invece, una modesta crescita del +1,2% su anno e del +3,7% rispetto ad aprile. La performance di giugno è la peggiore dal febbraio 2013, quando ci fu la vacanza settimanale del calendario lunare cinese. Stralciata la festività, dobbiamo risalire al settembre 2012 quando ci fu la disputa territoriale con il Giappone che provocò il crollo degli acquisti delle auto nipponiche.

Sembra che molti ordini di auto tedesche e USA (GM) siano stati annullati a causa del crollo del mercato azionario. Ci sono foto dei parcheggi dei concessionari con migliaia di auto invendute. Dopo il primo semestre, le previsioni di crescita del settore sono state riviste al ribasso al +3% dal precedente +7%, mentre le giacenze di auto continuano a lievitare in modo esponenziale.

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MATERIE PRIME: petrolio che prosegue la discesa (-15% in due settimane) e scende sotto i $53. La previsione di un imminente accordo con l’Iran sul nucleare potrebbe riportare la produzione persiana sul mercato dando un’altra mazzata alle quotazioni, in seguito ad un eccesso di offerta.

Brutta settimana per l’argento che perde, in una sola seduta il -4%. Anche l’oro continua a calare fino a $1.165. Entrambi i metalli pregiati non sono considerati attraenti dagli investitori, malgrado la crisi greca e la forte domanda di metallo fisico. Oro che scivola fini a $1.157.

BANCHE: tutte con il fiato sospeso sulla crisi greca. Qualora le banche elleniche non venissero salvate (si prevede la necessità di una ulteriore capitalizzazione fino a €25 miliardi), si avrebbe un pericoloso contagio su quelle più deboli in qualsiasi Paese europeo.

VALUTE: euro che vacilla ad inizio settimana scendendo sotto 1,10, ma poi tiene e chiude quasi a 1,12 sull’ottimismo per una soluzione del tormentone greco.

SINTESI: i grafici seguenti dei rapporti DEBITO/PIL di Spagna, Portogallo ed Italia mostrano quanto la situazione debitoria e finanziaria di questi tre Paesi, ma anche di tutti gli altri europei, si sia deteriorata dal 2008 ad oggi.

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ITALIA

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PORTOGALLO

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Ed i rendimenti dei titoli decennali hanno iniziato di nuovo a salire da due mesi, malgrado gli acquisti della BCE…

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Tutto questo conferma che le politiche economiche dell’ultimo lustro siano state un disastro: austerità, QE, salvataggio banche. Un fallimento totale e la Grecia né è ormai l’esempio più grave ed eclatante.

Ora aspettiamo di vedere le ultime puntate della tragedia ellenica. L’Europa ha rifiutato un nuovo accordo, conscia che costerà ai contribuenti europe altri 85 miliardi di euro. Prima vuole verificare che la Grecia, rispetti i patti (anche se non sono economicamente corretti) e poi forse si deciderà di salvarla. Purtroppo si scherza col fuoco. Inizia la terza settimana di banche chiuse e le attivià economiche sono ormai quasi tutte al collasso per la mancanza di liquidità e contanti.

Forse questa sera, 12 luglio, l’euro, ma anche l’Europa ha cessato di esistere.

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