Per la prima volta dal 2010, tutte e quattro le principali economie europee (Germania, Francia, Italia e Spagna) registrano una crescita positiva, contemporaneamente. In aggiunta, per la prima volta dal primo trimestre 2011, l’area euro cresce più rapidamente anche di USA e Gran Bretagna.
La Grecia paga la tranche di debito al Fondo Monetario internazionale con un trucco contabile, ma non con soldi propri. I dati americani continuano a deludere, ma ciò non impedisce all’indice azionario S&P500 di registrare nuovi record, sia giovedì che venerdì.
MERCATI FINANZIARI: cinque degli otto principali indici azionari mondiali registrano una crescita, trainati da quelli asiatici. Modesta la crescita USA (+0,31%) nella settimana, ma quanto basta per segnare un nuovo record storico. Male, invece, Francoforte che scende del -2,45%. L’indice italiano sarà soggetto ad uno stacco dividendi per -1,65% nella prossima settimana.
Si placa l’impennata dei tassi sul mercato obbligazionario, dopo un inizio settimana altrettanto burrascoso con il decennale USA che sale fino al 2,36%, record da cinque mesi, per poi scendere fino al 2,14%. In Europa, solo i rendimenti Greci riprendono a salire mentre scendono tutti gli altri, dal Bund al BTP, che ritorna al 1,76%.
MERCATI EMERGENTI: Il grafico sottostante mostra che solo il rublo registra una rivalutazione rispetto al biglietto verde da inizio anno. Tutte le altre divise sono in forte difficoltà ed in particolare la lira turca ed il real brasiliano, le due peggiori nel 2015.
BRASILE: vendite al dettaglio crescono a gennaio del +0,4% rispetto al mese precedente ed a una stima del +1,4%.
SINGAPORE: Il FMI avverte che la città stato, avendo una economia molto aperta, è a rischio di una crescita bassa in caso di una prolungata stagnazione mondiale.
INDIA: riprende a scendere la rupia Indiana, a causa dell’uscita degli investitori esteri dal mercato azionario ed obbligazionario e dalla minaccia della ripresa del prezzo del petrolio che importa inflazione e peggiora il, già elevato, debito commerciale. La divisa (INR nel grafico precedente) rimane, tuttavia, una delle migliori performance da inizio anno, tra le valute emergenti.
RUSSIA: a fine marzo di quest’anno le riserve sono scese a 325 miliardi di dollari, rispetto ai $486 miliardi del primo trimestre 2015. Un calo del -50%..!
Nel peggiore dei suoi inverni, l’Orso Russo sta consumando il grasso che aveva accumulato nei tempi buoni, quando il greggio costava caro. Adesso, invece, si trova a dover far fronte al clima rigido che la comunità internazionale gli ha costruito attorno.
EUROPA (AREA EURO)
Nella UE a 28, all’interno dei Paesi i cui dati sono già disponibili, i maggiori tassi di crescita nel primo trimestre si registrano a Cipro ed in Romania (+1,6%), seguiti da Spagna e Bulgaria (+0,9%) e dalla Slovacchia (+0,8%).
I peggiori sono Lituania con -0,6%, Estonia (-0,3%), Grecia (-0,2%) e Finlandia (-0,1%).
La crescita della zona euro si attesta complessivamente a +0,4%.
Disoccupazione: l’Italia ha l’andamento peggiore d’Europa negli ultimi 2 anni
GERMANIA: L’economia della Germania cresce solo del +0,3% nel primo trimestre rispetto ai precedenti tre mesi, sotto l’atteso incremento del +0,5%. Nell’ultimo trimestre dell’anno scorso il Pil era cresciuto del +0,7%. A frenare la crescita è stato il commercio estero, che risente dell’indebolimento della domanda globale. Secondo l’ufficio federale di statistica l’import è cresciuto più dell’export, mentre i consumi e gli investimenti in edilizia ed equipaggiamenti hanno contribuito positivamente alla crescita del Pil. Su base annuale, il Pil non destagionalizzato è cresciuto del +1,1%, contro un atteso +1,2% e contro il +1,6% del 2014. Per quest’anno il governo prevede una crescita del +1,8% del Pil
FRANCIA: l’economia cresce del +0,6% nel primo trimestre rispetto ai precedenti tre mesi, al top da due anni. Gli analisti si aspettavano una crescita del +0,4%. Nel quarto trimestre del 2014 il Pil era rimasto invariato. L’ufficio nazionale di statistiche ha rivisto al ribasso il Pil del 2014, che passa da +0,4% a +0,2%, mentre il rapporto debito/Pil passa dal 95% al 95,6%. Il deficit pubblico del 2014 è confermato al 4%. Il Pil del 2013 è stato rivisto al rialzo e passa da +0,4% a +0,7%, mentre il Pil del 2012 è stato rivisto al ribasso e passa da +0,4% a +0,2%.
Modificare in misura così consistente dati anche di due anni fa, conferma che i numeri presentati sono spesso taroccati o quanto meno non precisi di una vera fotografia dell’andamento economico di un Paese.
BELGIO: il deficit sia allarga a €10.5 miliardi nei primi quattro mesi, in crescita di 2 miliardi rispetto al primo quadrimestre 2014.
ITALIA: La variazione acquisita per il 2015 è pari a +0,3%. Erano quattro anni che il Pil non registrava una crescita come quella riscontrata dall’Istat nel I trimestre di quest’anno. Nel I trimestre 2011, infatti, il rialzo del Pil era stato pari al +0,4% mentre nel II trimestre si è assestato al +0,2%. Il dato è congiunturale, vale a dire rapportato al trimestre precedente.
PORTOGALLO: cresce il Pil nel primo trimestre del +0.4% sul trimestre precedente e del +1,4% sull’anno.
SPAGNA: indice dei prezzi al consumo sale del +0,9% ad aprile sul mese precedente, portando il totale da inizio anno ad un -0,6% nei primi quattro mesi.
GRECIA: di nuovo in recessione (due trimestri consecutivi di crescita negativa).
Bene la produzione industriale a marzo: +5% sull’anno precedente, rispetto ad una stima del +1,9%.
Secondo le ultime indiscrezioni, il governo riuscirà a pagare stipendi e pensioni a fine Maggio, ma non la tranche al FMI il 5 giugno, senza nuove erogazioni di fondi prima di quella data. Le casse sembrano supervuote ed il governo continua a tagliare contributi ed a non pagare i fornitori.
Il rendimento sui titoli a due anni è sceso al 20,7%, sempre molto elevato, ma in ripresa rispetto al minimo del 29,1% del 21 aprile.
EUROPA (non euro)
GRAN BRETAGNA: il tasso di occupazione sale al 73.5% nel primo quadrimestre, un nuovo record storico.
Il tasso di disoccupazione scende al 5,5%, mentre i salari crescono del +2,2%. Manca, tuttavia, ancora all’appello la ripresa della produttività.
MACEDONIA: grossi disordini nella parte controllata dall’etnia albanese, un quarto della popolazione totale di 2 milioni di abitanti: 22 morti, dei quali 8 poliziotti.
NORD AMERICA
STATI UNITI
Produzione industriale ad aprile -0,3%, il peggior dato dal Maggio 2009, rispetto ad un -0,03% previsto. Si tratta del quinto calo mensile consecutivo, la più lunga striscia dalla Grande Recessione.
L’aumento del prezzo del petrolio pesa, altresì, sull’indice di fiducia dei consumatori che scende al livello più basso dall’ottobre 2014 ad 88.6 dal 95.9 delle aspettative. Un crollo inaspettato che non si verificava, in tali proporzioni, da dicembre 2012.
Anche le vendite al dettaglio continuano a calare ad aprile: invariate, rispetto ad una previsione di +0,2%. Al netto della componente auto: +0,1%, rispetto al +0,5% stimato. Di seguito un grafico con l’andamento di entrambi gli indicatori che evidenzia come il livello di fiducia sia ancora eccessivamente elevato rispetto alle vendite al dettaglio, in continua contrazione.
Il debito della città di Chicago è stato abbassato a spazzatura, a causa del grave buco nel fondo pensionistico regionale (Illinois). Ora si apre una corsa ad ostacoli per la città che rischia la stessa fine di Detroit, lo scorso giugno. Secondo un recente report sono almeno 22 le grandi città a rischio bancarotta nel Paese.
Cadono anche i prezzi delle importazioni del -10,7% ad aprile. Si tratta del 31esimo calo negli ultimi tre anni.
TRIMESTRALI USA: siamo ormai alla fine, con il 95% delle società dell’S&P500 che hanno già emesso il loro verdetto. Il trucco è sempre lo stesso. Le stime sono state talmente ribassate (-8,2%) in termini di EPS (utili per azione) che diventa poi irrisorio battere le attese e sostenere che le aziende sono in salute, mentre molti fatturati, invece, si contraggono.
ASIA e OCEANIA
GIAPPONE: scendono i bond e salgono i rendimenti: il decennale arriva a 0,47%.
CINA: lo scorso weekend la Banca Centrale ha tagliato i tassi di interesse per la terza volta da novembre al 5,1%, in seguito ai deludenti dati precedenti della bilancia dei pagamenti (import ed export).
Tutti i dati macroeconomici usciti confermano che la crescita cinese sarà ampiamente inferiore al +7% previsto e, pertanto, si prevede un nuovo round di stimolo monetario.
La vendita di smartphone scende nel Paese del -4,3% nel primo trimestre, sull’anno precedente, primo calo in sei anni. La penetrazione del mercato è ormai al 90% e diminuisce il numero di primi acquirenti.
Il grafico seguente mostra tutta la crisi della domanda di materie prime cinesi: il crollo della produzione di cemento.
AUSTRALIA: previsioni poco incoraggianti per Pil, disoccupazione e deficit nel prossimo triennio.
MATERIE PRIME: scende il prezzo del ferro del -4%, peggior calo in due anni, a testimonianza della pesante sovra capacità del metallo nei magazzini cinesi che dovrebbe durare almeno fino al 2019.
Riprende a scendere il prezzo del petrolio che chiude la settimana sotto i $60. L’Arabia Saudita continua la guerra dei prezzi e tiene il piede sull’acceleratore della produzione.
Metalli preziosi inaspettatamente in auge con l’oro +3% sopra i $1220 e l’argento in crescita di ben +7%.
BANCHE: sofferenze banche italiane +14.9% rispetto all’anno precedente a marzo. Prosegue il declino dei prestiti del -1,5% sull’anno precedente. Di seguito la progressione inesorabile delle sofferenze: crescono al ritmo di +2mld ogni mese ancora da inizio 2014.
VALUTE: prosegue l’indebolimento del dollaro a seguito del quadro economico molto debole negli Stati Uniti. Il biglietto verde affonda fino a 1,145.
SINTESI: lo scenario rimane plumbeo, in attesa che arrivi il temporale. Non è detto che sia il default della Greci a scatenare il temporale. Lo scenario è complicato in molti Paesi. Gli emergenti stanno arretrando vistosamente, ma sono le grandi potenze come USA e Cina a far paura.
Il Pil del primo trimestre americano potrebbe essere rivisto negativo anche al -1,1%, ma le previsioni di un rimbalzo nel secondo trimestre ad un +3% sono già state disattese dai modesti dati di Aprile. Il Pil italiano, finalmente in positivo, è stato festeggiato, dopo 14 trimestri di digiuno. Tuttavia il +0,3% è poca cosa se pensiamo allo stimolo monetario (QE), la svalutazione dell’euro ed il calo del prezzo del petrolio. Il rimbalzo europeo è ancora modesto e fragile (la disoccupazione è sempre troppo elevata) per diventare strutturale. La crisi del settimo anno non è ancora finita e la bolla di moltI mercati finanziari ha solo nascosto la gravità delle differenze sociali ed economiche che si sono ampliate in tutte le economie occidentali dall’inizio della crisi.